Milano-Pavia in bicicletta




Salve ragazzi,

vi lascio l'articolo di Marzia, un'amica del blog che sta facendo un viaggio in bicicicletta. In questo post ci racconta la sua avventura nella tratta Milano-Pavia.

Per conoscerla meglio potete visitare la sua pagina http://www.buonacausa.org/cause/mi-rimetto-in-moto





Ieri (2 settembre 2014): Milano-Pavia lungo il naviglio che poi entra dolcemente nel Ticino, in bici cime prova del giro ufficiale. Tra andata e ritorno sono 70 km molto belli e piacevoli.
Prima volta dopo tanto tempo... ma come si dice... non ci si dimentica di andare in bicicletta.

La sera prima riesco, in extremis, a trovare vicino a me un negozio che affitta biciclette. Io mi vedevo già su una bellissima mtb, anche se la mia bellissima è un citybike da donna con il cambio (6 marce).
Può andare bene visto che il percorso che ho fatto è veramente tutto in piano.

Parto al mattino verso le 10. Sono tutta contenta perchè è veramente tanto tempo che non faccio più gite, che non bicicletto così e mi sembra di stare in paradiso.
Il primo pezzo è con il traffico, così mi ascolto la musica dell'mp3, ma appena diventa non più accessibile alle auto, tolgo le cuffiette e rimango nell'ascolto mio e della natura.

Lo so, direte voi, è solo il naviglio pavese, ma per me è come respirare nuovamente. Il sole è bellissimo, l'acqua che mi scivola accanto è bellissima.
A una delle conche, il salto è un pò più alto e un piccolo vortice di gocce mi accarezza la pelle. Le gocce danzano in aria, portate in alto da un leggero vento e io, come una bambina, resto incantata nel vederle danzare e sentirle sulla mia pelle.

E poi tutto mi sembra bello. Dallo scorrere pacifico dell'acqua, ai pesci che ci nuotano, alle libellule, al leprotto che correndo attraversa la pista. Ai campi verdi che sembrano imponenti sotto quel sole che proprio non vuole mollare, ma di cui io sono contenta.

Respiro ogni foglia che vedo "brillare", ogni colore che si tuffa dolcemente nell'acqua.
E intanto pedalo. Non ho niente che mi aiuta a capire quanti km ho già fatto (perchè nell'essere ubriaca di tutto questo mi dimentico di guardare i cartelli). Così, fermo due ragazzi e chiedo. Ho fatto più di 10 km in un'ora.

Lo so che non è una velocità incredibile, ma non voglio battere nessun record. Solo capire se, anche con una bici non proprio adatta, posso proseguire. Così vado avanti e continuo a pedalare e a essere contenta. Ogni colore delle case, giardini, orti, piante è una carezza per me.

Mi fermo a un'altra chiusa perchè mi piace il suono dell'acqua e come gioca. Poi arrivo a Certosa e poi a Pavia. Vado fino in fondo fin dove c'è l'ultima conca e poi il naviglio entra nel Ticino. Mi perdo nuovamente in tutta quell'acqua. E poi prendo il percorso che fiancheggia il fiume.
Mangio lì.

Il sole però è troppo caldo e allora vado a cercarmi un luogo all'ombra prima di ripartire.
Il ritorno è di nuovo per me pieno di carezze al cuore. Anzi mi dispiace ritornare indietro perchè il mio corpo, il mio cuore e la mia anima invece avrebbero voglia di andare avanti.

Ecco come "penso" il giro che sto preparando: che sia delicato, sorprendente, entusiasmante per il mio cuore e la mia anima che hanno voglia di trovare cose nuove in un percorso aperto alle sorprese e alla bellezza della vita.

Per http://www.buonacausa.org/cause/mi-rimetto-in-moto



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